Il prof. Vittorio Pelligra dell’Università di Cagliari, direttore scientifico della Scuola di Economia Civile, affronta un tema strategico per il futuro delle nuove generazioni e non solo: come ripensare il significato del lavoro. Dare senso alla vita è la meta più importante per ognuno di noi, il cui esito non è affatto scontato. L’attività lavorativa occupa una parte ragguardevole del nostro tempo, ma spesso non è soddisfacente come possibilità di costruzione di significato. Nella contemporaneità i segnali sono preoccupanti. È diffusa la percezione che il proprio lavoro sia inutile o addirittura dannoso, e la pandemia ha paradossalmente aumentato questa consapevolezza. Stanno aumentando così le dimissioni, fenomeno anche italiano, giustificate dalla necessità di ritrovare una maggiore coerenza con le aspettative personali. È evidente che occorra una trasformazione importante da parte delle imprese. Il senso del lavoro non deve essere un lusso per pochi, ma un diritto per tutti. Va promossa l’autonomia personale, la creazione di rapporti di fiducia, la consapevolezza che il nostro lavoro ha un impatto diretto sul benessere degli altri. È una grande e indispensabile sfida culturale.
